E’ finita poco fa la sessione di ascolto dei
territori in Commissione chiesta e ottenuta dal Vicepresidente della Commissione sanità
Stefano Mugnai (FI)
Primi
cittadini intervenuti in massa, stamani, alle audizioni in Commissione sanità
del Consiglio regionale chieste e ottenute dal Vicepresidente della Commissione
sanità del Consiglio regionale della Toscana Stefano Mugnai (capogruppo Fi): insieme, uno alla volta, per dire da destra
a sinistra «no» alla proposta di rimodellamento dei distretti sanitari: «La
grande partecipazione di oggi – osserva Mugnai che ha fortemente voluto questo
appuntamento di ascolto dei territori – dimostra quanta insofferenza ci sia
verso il provvedimento di giunta da parte della comunità locali e dei loro
rappresentanti di ogni schieramento. Non era mai avvenuto che si ascoltassero i
sindaci in commissione, e l’esperienza si è rivelata estremamente utile anche
per constatare che i sindaci, quando interpellati, dicono cose differenti da
quelle asserite dai rappresentanti degli enti locali, come Anci, o dal
Consiglio delle autonomie locali. Segno che questi organismi probabilmente
rappresentano più le istanze politiche che quelle dei territori».
«In effetti –
considera l’esponente di Forza Italia – il modello individuato dalla giunta
regionale con la creazione delle tre mega Asl allontana, inevitabilmente, i
momenti decisionali dai rappresentanti dei territori, ovvero i sindaci. Sarebbe
stato opportuno almeno tentare di bilanciare attribuendo ai sindaci maggior
forza almeno per quanto concerne i servizi socio sanitari. Invece, così, la
giunta procede ad accorpare le zone distretto creandone alcune mostruose sotto
il profilo dimensionale, come nel caso di Arezzo-Casentino-Valtiberina e Amiata
Grossetana-Colline Metallifere-Grossetana che rispettivamente aggregano 23 e 20
comuni per un totale di 196.807 persone la prima e 169.461 la seconda».
Mugnai
riferisce che molti sono stati gli interventi tesi a soprassedere e,
soprattutto, «a ottenere un recepimento delle istanze finora rimaste non
accolte da parte della giunta e della maggioranza: «Gli spunti critici e
propositivi arrivati dai sindaci sono stati molti e interessanti, ed è dovere
della commissione, adesso, approfondirli e recepirli affinché una giornata di
confronto proficua e apprezzata dai primi cittadini non diventi uno sterile
sfogatoio. Per parte mia mi adopererò in questo senso, anche perché trovo paradossale
che ad oggi la proposta della giunta regionale e del Pd sia sorda rispetto alla
richiesta proveniente dai sindaci di non procedere all’accorpamento di alcune
zone, ma altrettanto a quella di accorpare o valorizzare l’integrazione di zone
di confine tra aziende sanitarie differenti».
Stoccata
finale sulle SdS, tornate una volta ancora alla ribalta organizzativa della
sanità toscana: «E’ veramente curioso – incalza il vicepresidente della
Commissione sanità del Consiglio regionale – che per la nuova organizzazione
del sociosanitario la giunta torni dopo anni di esperienze fallimentari a
puntare sulle Società della Salute, oggetto di più di un episodio di
autoscioglimento per mancanza di obiettivi chiari e sul cui scioglimento si era
espresso all’unanimità l’intero Consiglio regionale nel dicembre 2013, salvo
poi essere riesumate alla vigilia del voto per le regionali quando il Pd ne
riscoprì la vera funzione: quella di sovrastrutture utili soprattutto a
produrre consensi di natura vagamente clientelare, piuttosto che servizi».
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