E’ finita poco fa la sessione di ascolto dei
territori in Commissione chiesta e ottenuta dal Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (FI)
Ad oggi, chi
recalcitra si trova accorpato suo malgrado e chi aspirerebbe a ottimizzare il
servizio per naturale vocazione di accorpamento tra aree omogenee si vedrà dare
un due di picche: «Se la giunta regionale e il Pd continueranno a non tener
conto delle istanze rappresentate questa mattina in commissione sanità dai
sindaci interessati dalla riorganizzazione delle zone distretto, è proprio
questo il paradosso che si andrà a determinare», allarga le braccia il
Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale della Toscana
Stefano Mugnai (capogruppo Fi) oggi
impegnato nelle audizioni dei sindaci da lui chieste e ottenute per parlare
proprio di questo. I primi cittadini sono intervenuti in massa e «tutti,
qualunque schieramento politico rappresentassero, hanno espresso il loro
disappunto per la proposta di giunta», riferisce l’esponente di Forza Italia.
«Non era mai avvenuto – prosegue - che si ascoltassero i sindaci in
commissione, e l’esperienza si è rivelata estremamente utile anche per
constatare che i sindaci, quando interpellati, dicono cose differenti da quelle
asserite dai rappresentanti degli enti locali, come Anci, o dal Consiglio delle
autonomie locali. Segno che questi organismi probabilmente rappresentano più le
istanze politiche che quelle dei territori».
Il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai con Stefano Mugnai |
Per il
Valdarno aretino, in particolare, è stata il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai
ad avanzare formalmente la richiesta di generare un distretto unico tra le aree
del Valdarno che insistono su Arezzo e su Firenze. Omogenee, spontaneamente
osmotiche: sarebbe la loro vocazione naturale. «E invece no», si stizzisce
Mugnai. «Siccome si tratterebbe di accorpare aree di Asl differenti,
pregiudizio normativo superabilissimo solo a volerlo, allora lì si risponde
picche».
Il problema
generale, secondo il punto di vista del capogruppo azzurro, è che «il modello
individuato dalla giunta regionale con la creazione delle tre mega Asl
allontana, inevitabilmente, i momenti decisionali dai rappresentanti dei
territori, ovvero i sindaci. Sarebbe stato opportuno almeno tentare di
bilanciare attribuendo ai sindaci maggior forza almeno per quanto concerne i
servizi socio sanitari. Invece, così, la giunta procede ad accorpare le zone
distretto creandone alcune mostruose sotto il profilo dimensionale, come nel
caso di Arezzo-Casentino-Valtiberina e Amiata Grossetana-Colline
Metallifere-Grossetana che rispettivamente aggregano 23 e 20 comuni per un
totale di 196.807 persone la prima e 169.461 la seconda». Il tutto a fronte di
zone distretto che abbracciano una popolazione pari anche a un terzo o meno.
«In un simile disegno – osserva Mugnai – è difficile che si possa ambire a
parità di trattamento e ad omogeneità di accesso al servizio sanitario in tutte
le aree della Toscana».
Mugnai
riferisce che molti sono stati gli interventi tesi a soprassedere e,
soprattutto, «a ottenere un recepimento delle istanze finora rimaste non
accolte da parte della giunta e della maggioranza: «E’ poi veramente curioso –
incalza il vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale –
che per la nuova organizzazione del sociosanitario la giunta torni dopo anni di
esperienze fallimentari a puntare sulle Società della Salute, oggetto di più di
un episodio di autoscioglimento per mancanza di obiettivi chiari e sul cui
scioglimento si era espresso all’unanimità l’intero Consiglio regionale nel
dicembre 2013 salvo poi essere riesumate alla vigilia del voto per le regionali
quando il Pd ne riscoprì la vera funzione: quella di sovrastrutture utili
soprattutto a produrre consensi di natura vagamente clientelare, piuttosto che
servizi».
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