E’ finita poco fa la sessione di ascolto dei
territori in Commissione chiesta e ottenuta dal Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (FI)
Venti comuni
per un totale di 169.461 persone entro un’area di 3.105 chilometri quadrati:
questo il distrettone sanitario che la giunta regionale avrebbe pensato per l’area
Amiata Grossetana-Colline Metallifere-Grossetana: «E’ una proposta-monstre», è
esplicito il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale
della Toscana Stefano Mugnai
(capogruppo Fi) oggi impegnato nelle audizioni dei sindaci da lui chieste e
ottenute per parlare proprio di questo. I primi cittadini sono intervenuti in
massa e «tutti, qualunque schieramento politico rappresentassero, hanno
espresso il loro disappunto per la proposta di giunta», riferisce l’esponente
di Forza Italia. «Non era mai avvenuto – prosegue - che si ascoltassero i
sindaci in commissione, e l’esperienza si è rivelata estremamente utile anche
per constatare che i sindaci, quando interpellati, dicono cose differenti da
quelle asserite dai rappresentanti degli enti locali, come Anci, o dal
Consiglio delle autonomie locali. Segno che questi organismi probabilmente
rappresentano più le istanze politiche che quelle dei territori».
Il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna |
Per Grosseto,
in particolare, a quanto ricostruisce Mugnai le perplessità sono giunte dal
sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna che – al pari del sindaco Filippo
Nogarin per la sua zona distretto – trova che il capoluogo di provincia, ovvero
il comune di Grosseto, non trovi adeguata rappresentanza in una zona che ne
‘annacqua’ il peso in mezzo ad altre decine di Comuni: «Sembra quasi – insinua
Mugnai – che ci sia un disegno per isolare i sindaci dei capoluoghi di
provincia non allineati al Pd».
Il problema
generale, secondo il suo punto di vista, è che «il modello individuato dalla
giunta regionale con la creazione delle tre mega Asl allontana,
inevitabilmente, i momenti decisionali dai rappresentanti dei territori, ovvero
i sindaci. Sarebbe stato opportuno almeno tentare di bilanciare attribuendo ai
sindaci maggior forza almeno per quanto concerne i servizi socio sanitari.
Invece, così, la giunta procede ad accorpare le zone distretto creandone alcune
mostruose sotto il profilo dimensionale, come nel caso di
Arezzo-Casentino-Valtiberina e Amiata Grossetana-Colline Metallifere-Grossetana
che rispettivamente aggregano 23 e 20 comuni per un totale di 196.807 persone
la prima e 169.461 la seconda». Il tutto a fronte di zone distretto che
abbracciano una popolazione pari anche a un terzo o meno. «In un simile disegno
– osserva Mugnai – è difficile che si possa ambire a parità di trattamento e ad
omogeneità di accesso al servizio sanitario in tutte le aree della Toscana».
Mugnai
riferisce che molti sono stati gli interventi tesi a soprassedere e,
soprattutto, «a ottenere un recepimento delle istanze finora rimaste non
accolte da parte della giunta e della maggioranza: «E’ poi veramente curioso –
incalza il vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale –
che per la nuova organizzazione del sociosanitario la giunta torni dopo anni di
esperienze fallimentari a puntare sulle Società della Salute, oggetto di più di
un episodio di autoscioglimento per mancanza di obiettivi chiari e sul cui
scioglimento si era espresso all’unanimità l’intero Consiglio regionale nel
dicembre 2013 salvo poi essere riesumate alla vigilia del voto per le regionali
quando il Pd ne riscoprì la vera funzione: quella di sovrastrutture utili
soprattutto a produrre consensi di natura vagamente clientelare, piuttosto che
servizi».
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