mercoledì 11 gennaio 2017

Ridefinizione dei distretti sanitari, Mugnai (FI) fa ascoltare i sindaci: «Chieste e ottenute audizioni per tutti in Commissione sanità»

Iniziativa del Vicepresidente della III Commissione Stefano Mugnai (Forza Italia) per far arrivare in Regione la voce dei territori. Appuntamento il 7 febbraio

Aveva promesso che avrebbe fatto in modo che, in vista della ridefinizione perimetrale dei distretti sanitari, i sindaci fossero ascoltati dalla Commissione sanità di cui è il Vicepresidente. Ebbene: Stefano Mugnai l’ha fatto. Oggi era la prima seduta utile, dell’organismo consiliare, e Mugnai ci si è presentato con la sua richiesta messa subito sul tavolo e accolta: i sindaci saranno sentiti nel corso delle audizioni del 7 febbraio prossimo.
E per evitale eventuali lentezze dei formalismi, il capogruppo di Forza Italia non ha mancato di dare lui tempestiva informazione ai primi cittadini con le vie brevi oggi messe a disposizione dalle nuove tecnologie. «Cari amministratori – ha scritto loro – sono in Commissione sanità ed ho appena proposto e fatto disporre l’invito da parte della commissione stessa a tutti i sindaci toscani ad intervenire, se lo vorranno, in specifiche audizioni sulla PDL 154 Disposizioni in merito alla revisione degli ambiti territoriali delle zone distretto. Modifiche alla legge regionale 40/2005 ed alla legge regionale 41/2005 che si terranno martedì 7 febbraio».
«Il testo della PDL 154 – prosegue il messaggio di Mugnai ai sindaci – contenente anche le nuove zone distretto, sarà inviato in allegato all’invito. Se ravvisate delle criticità per i vostri territori derivanti da questa nuova organizzazione vi invito a venire in audizione ed a manifestarle. Io sono a disposizione per approfondire o per un confronto. Inutile sottolineare che si sta parlando di una norma che avrà ripercussioni importanti su servizi fondamentali per le nostre comunità. Un abbraccio. Buon lavoro. Stefano».

Ospedali toscani, l’influenza colpisce ancora; Mugnai (FI): «Torna puntuale la non emergenza più che prevedibile»

Pronto soccorso intasati in ogni dove: «Peggio di sempre per via della riforma»




Ed eccola è lei! «Torna puntuale come ogni la (non) emergenza più che prevedibile e prevista dell’ondata influenzale, e puntualmente trova gli ospedali della rete regionale toscana impreparati ad accoglierla. Quest’anno, a occhio e croce, peggio del solito. La colpa? Una riforma della sanità regionale che non ha adeguato i servizi ai bisogni». Attacca con virulenza, il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio Regionale Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia) che non trova riparo dalle segnalazioni che gli giungono a mezzo stampa e direttamente sulla situazione che fiacca i pronto soccorso e gli ospedali toscani a causa del picco di influenza.
Effettivamente, città che vai e malestro che trovi. Non solo laddove gli ospedali sono quelli più vetusti come ad Arezzo – dove arrivano le prime pezze sottoforma di letti e infermieri in più in una sorta di temporary sanitario – o nel Valdarno aretino dove il Santa Maria alla Gruccia tenta di drenare le esigenze di ricovero di anziani colpiti da polmoniti in complicanze dell’influenza. No no. Le performance più contestate arrivano dai nuovi ospedali. Così, dopo otto ore di attesa in codice giallo, a Lucca ci si spazientisce: «Stando alle segnalazioni dei pazienti – osserva Mugnai – al pronto soccorso mancano perfino le barelle». Idem a Massa Carrara, dove al pronto soccorso del NOA si langue in un’attesa di cui si stenta a vedere la fine. 
A Prato non va meglio: «Il pronto soccorso è in tilt e i reparti non riescono ad assorbire i ricoveri per mancanza di letti. Prima del referendum – incalza l’esponente di Forza Italia – la giunta ha promesso ampliamenti e costruzione di una nuova ala. Macché: passato il 4 dicembre, quell’ala se n’è volata via e non ce n’è traccia nel bilancio di previsione della Regione». E se l’acqua di letti e barelle è poca a Prato, la papera in realtà non galleggia nemmeno a Pistoia, dove è risultato impossibile persino il ricovero di una paziente oncologica che aveva accusato un malore: «Qui come altrove il reparto di chirurgia dell’ospedale dovrà cedere 50 posti letto a vantaggio della medicina generale, per i ricoveri ordinari. Con conseguente blocco dell’attività chirurgica programmata. Come se poi le liste d’attesa chirurgiche fossero robetta da poco…»
Sì che poi Asl e Regione vendono l’operazione come un potenziamento: «In realtà in quasi tutti gli ospedali della Asl Toscana Centro ogni presidio toglierà dei letti alle chirurgie – spiega Mugnai – per assegnarli temporaneamente alle medicine generali, bloccando l’attività operatoria. Alla faccia del potenziamento, così son buoni tutti».