Interrogazione
del Capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai
Ormeggi lungo le rive del Bruna |
Si
snoda per una settantina di chilometri a settentrione della provincia di
Grosseto il fiume Bruna che, andando a sfociare all’altezza di Castiglion della
Pescaia, offre sponde ghiotte a tanti ormeggiatori. Ebbene: a causa
dell’aumento dell’imposta sulle concessioni del demanio idrico a cui ha
proceduto la Regione Toscana ora quegli ormeggi, toccati come da Re Mida, sono
diventati d’oro. Come fossero sulla spiaggia. O in un porto. Le aziende sono
frastornate. Molte di loro paventano il rischio di dover chiudere per
l’insostenibilità attuale dei costi, «con un aumento del 50% del canone che fa
lievitare le concessioni del 250% rispetto al 2015» visto che i titolari degli
ormeggi dovrebbero versare «in un’unica soluzione l’addizionale regionale degli
ultimi 5 anni».
«La
tassa è iniqua», tuona il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale
Stefano Mugnai. «La si corregga», invoca anche nella forma istituzionale
di
un’interrogazione a risposta scritta appena giunta in protocollo. «La sanatoria e l’aumento per il 2016 – scrive tra le altre cose Mugnai – sarebbero determinati con parametri gravosi per i titolari del Demanio idrico e la mancata riscossione dell’addizionale regionale da parte della Regione, negli ultimi cinque anni, non può ricadere sui concessionari: l’addizionale stessa, inoltre, non può essere considerata una possibilità per ripianare il bilancio regionale, ma solo una tassa iniqua e non può essere giustificata in considerazione del fatto che è applicata a un canone regionale. Numerose imprese, a causa del tributo, sarebbero costrette a cessare l’attività, ricorrere al credito».
un’interrogazione a risposta scritta appena giunta in protocollo. «La sanatoria e l’aumento per il 2016 – scrive tra le altre cose Mugnai – sarebbero determinati con parametri gravosi per i titolari del Demanio idrico e la mancata riscossione dell’addizionale regionale da parte della Regione, negli ultimi cinque anni, non può ricadere sui concessionari: l’addizionale stessa, inoltre, non può essere considerata una possibilità per ripianare il bilancio regionale, ma solo una tassa iniqua e non può essere giustificata in considerazione del fatto che è applicata a un canone regionale. Numerose imprese, a causa del tributo, sarebbero costrette a cessare l’attività, ricorrere al credito».
E’
su questa base che il capogruppo azzurro chiede alla giunta regionale di
mettere nero su bianco la risposta a due quesiti: «se abbiano considerato le
conseguenze economiche derivanti dall’addizionale regionale sugli ormeggiatori»
e «se intendano adottare i correttivi necessari a salvaguardare attività che
altrimenti sarebbero gravemente danneggiate».
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