giovedì 14 luglio 2016

Morbo di Chagas, dopo l’interrogazione di Mugnai (FI) ecco i test: «Finalmente non si dovranno più sospendere i donatori di sangue»


L’interessamento del Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (FI) nel giugno scorso sollecitava la giunta regionale sulla questione



Nella sua forma scritta, la risposta all’interrogazione con cui nel giugno scorso il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (capogruppo FI) chiedeva di attivare i test preventivi per il morbo di Chagas nei centri trasfusionali di Arezzo e Siena non è ancora arrivata. Sono però arrivati i fatti, segno che quella richiesta aveva più che fondamento nel buon senso: iniziano infatti ad essere disponibili nei centri trasfusionali dell’aretino i primi test per morbo di Chagas e malaria. Bene, perché finora lì si risolveva non prendendo più le donazioni di sangue da chi avesse soggiornato in America Latina, semplicemente. E invece con la penuria di sangue che c’è...
soprattutto nei mesi estivi, è bene che nessuna donazione vada rifiutata.

Profilassi specifica, spiegano al Ministero della Salute, per il morbo di Chagas non c’è. L’infezione, una volta contratta, può rimanere in latenza a lungo prima di esplodere con sintomi a volte simili a quelli dell’influenza (febbre, linfonodi ingrossati, dolori muscolari, pallore…) ma che possono dar luogo a complicanze di carattere intestinale, neurologico o cardiaco. La malattia, che prende il nome dal medico brasiliano che la scoprì nel 1909, è trasmessa da un insetto presente oggi come oggi solo in America Latina. Secondo dati Oms, in Italia ne sarebbero affette tra 6mila e 12mila persone sui circa 8 milioni di contagiati nel mondo, e la mortalità – su base dati del 2008 – è di oltre 10mila decessi annui.


«Per individuarla – spiega Mugnai – serve un banale test preventivo che finora in Toscana, per lo meno a Arezzo e a Siena, nei Centri trasfusionali non veniva effettuato. Semplicemente, si preferiva non prendere più sangue dai donatori che avessero soggiornato in America Latina. C’era donatori sospesi in attesa del test già da cinque mesi. Oggi, dopo che con la mia interrogazione ho sollecitato la giunta, i test iniziano ad essere disponibili nell’area aretina. Auspichiamo che abbiano ad arrivare uniformemente in tutte le Asl della Toscana e con continuità nel tempo. Ma questo intanto è un primo successo».

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