Ed eccola è lei! «Torna puntuale come ogni la (non)
emergenza più che prevedibile e prevista dell’ondata influenzale, e
puntualmente trova gli ospedali della rete regionale toscana impreparati ad
accoglierla. Quest’anno, a occhio e croce, peggio del solito. La colpa? Una
riforma della sanità regionale che non ha adeguato i servizi ai bisogni».
Attacca con virulenza, il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio
Regionale Stefano Mugnai (capogruppo
Forza Italia) che non trova riparo dalle segnalazioni che gli giungono a mezzo
stampa e direttamente sulla situazione che fiacca i pronto soccorso e gli
ospedali toscani a causa del picco di influenza.
Effettivamente, città che vai e malestro che trovi. Non
solo laddove gli ospedali sono quelli più vetusti come ad Arezzo – dove
arrivano le prime pezze sottoforma di letti e infermieri in più in una sorta di
temporary sanitario – o nel Valdarno aretino dove il Santa Maria alla Gruccia
tenta di drenare le esigenze di ricovero di anziani colpiti da polmoniti in
complicanze dell’influenza. No no. Le performance più contestate arrivano dai
nuovi ospedali. Così, dopo otto ore di attesa in codice giallo, a Lucca
ci si spazientisce: «Stando alle segnalazioni dei pazienti – osserva Mugnai –
al pronto soccorso mancano perfino le barelle». Idem a Massa Carrara,
dove al pronto soccorso del NOA si langue in un’attesa di cui si stenta a
vedere la fine.
A Prato non va meglio: «Il pronto soccorso è in tilt e i
reparti non riescono ad assorbire i ricoveri per mancanza di letti. Prima del
referendum – incalza l’esponente di Forza Italia – la giunta ha promesso
ampliamenti e costruzione di una nuova ala. Macché: passato il 4 dicembre,
quell’ala se n’è volata via e non ce n’è traccia nel bilancio di previsione
della Regione». E se l’acqua di letti e barelle è poca a Prato, la papera in
realtà non galleggia nemmeno a Pistoia, dove è risultato impossibile
persino il ricovero di una paziente oncologica che aveva accusato un malore: «Qui
come altrove il reparto di chirurgia dell’ospedale dovrà cedere 50 posti letto
a vantaggio della medicina generale, per i ricoveri ordinari. Con conseguente
blocco dell’attività chirurgica programmata. Come se poi le liste d’attesa
chirurgiche fossero robetta da poco…»
Sì che poi Asl e Regione vendono l’operazione come un
potenziamento: «In realtà in quasi tutti gli ospedali della Asl Toscana Centro
ogni presidio toglierà dei letti alle chirurgie – spiega Mugnai – per
assegnarli temporaneamente alle medicine generali, bloccando l’attività
operatoria. Alla faccia del potenziamento, così son buoni tutti».
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