Insieme al coordinatore provinciale Bottino, da Fi attenzione all’acciaio
piombinese: «Ma noi non solo in occasione delle campagne elettorali»
L'area siderurgica di Piombino |
Guardia alta per il comparto acciaio a Piombino, con l’istituzione di una
task force regionale dedicata e l’attivazione di un tavolo ad hoc per l’indotto
che punti ad estendere le tutele e gli ammortizzatori anche ai lavoratori non
metalmeccanici: è quanto il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale
Stefano Mugnai (che è anche
coordinatore regionale degli azzurri toscani) domanda alla giunta regionale in
un’interrogazione che formalizza le prese di posizione con cui Forza Italia si
era espressa nei giorni scorsi. Il tutto, come spiega l’interrogazione di
Mugnai, all’indomani della seduta di Consiglio comunale piombinese in cui
l’assemblea cittadina «non ha potuto che registrare il permanere della
situazione di difficoltà, rappresentata direttamente dall’amministratore
delegato di Aferpi Fausto Azzi».
Malgrado le promesse del governo regionale, di esponenti della giunta e
della maggioranza della Regione circa una prossima conclusione dell’annosa
crisi in cui versa il comparto produttivo dell’acciaio a Piombino, i risultati
si fanno desiderare. Anche malgrado il Piano integrato di riconversione e
riqualificazione (PRRI) approvato nel 2015 e i Protocolli d’insediamento per le
cui manifestazioni d’interesse il bando rimane aperto fino a esaurimento
risorse. Ma i risultati, se ci sono, dove sono? Anche perché se Aferpi piange,
l’indotto non ride di certo. Per di più, osserva Mugnai insieme al coordinatore
provinciale di Forza Italia a Livorno Maristella Bottino, «i lavoratori non metalmeccanici dell’indotto Aferpi hanno
pari rischi ma non pari tutele. E invece su questa partita non va lasciato
indietro nessuno».
Maristella Bottino e Stefano Mugnai |
Del resto, ricorda Mugnai nell’interrogazione, la sofferenza dell’indotto
è evidente «ad esempio dal fermo delle attività della centrale Elettra, a suo
tempo costruita proprio in funzione della ex Lucchini e oggi priva di
prospettive per i 22 lavoratori ivi occupati». Non supposizioni, insomma, ma
una dura realtà con cui si misurano le tante famiglie la cui quotidianità dipende
dall’acciaio, «primo e principale volano occupazionale per l’intera porzione
costiera del sud della provincia di Livorno». Per di più, incalza il capogruppo
azzurro, «il comparto siderurgico piombinese, Aferpi e indotto,
rappresenterebbe una voce produttiva di spessore per la Toscana». Mugnai
ritiene dunque «opportuno che il ruolo di primo piano assunto dalla Regione,
nel proprio stesso interesse oltre che nell’interesse dei lavoratori e delle
loro famiglie, si traduca in risultati concreti di rilancio dell’intera filiera
dell’acciaio piombinese, tutelando tutti gli occupati ed estendendo ove
necessario gli strumenti di protezione».
Per questi motivi alla Regione Mugnai domanda di «istituire un tavolo ad hoc per l’indotto entro il quale
perseguire un accordo unico su ammortizzatori, formazione e altre forme di
tutela che prendano in carico anche questi lavoratori» e di dettagliare in
forma scritta «se il PRRI abbia
finora dato esiti positivi concreti ed eventualmente quali».
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