mercoledì 7 dicembre 2016

Siderurgia Piombino, Mugnai (FI) alla Regione: «Avanti coi risultati e tavolo regionale per l’indotto con estensione degli ammortizzatori»

Insieme al coordinatore provinciale Bottino, da Fi attenzione all’acciaio piombinese: «Ma noi non solo in occasione delle campagne elettorali»


L'area siderurgica di Piombino
Guardia alta per il comparto acciaio a Piombino, con l’istituzione di una task force regionale dedicata e l’attivazione di un tavolo ad hoc per l’indotto che punti ad estendere le tutele e gli ammortizzatori anche ai lavoratori non metalmeccanici: è quanto il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai (che è anche coordinatore regionale degli azzurri toscani) domanda alla giunta regionale in un’interrogazione che formalizza le prese di posizione con cui Forza Italia si era espressa nei giorni scorsi. Il tutto, come spiega l’interrogazione di Mugnai, all’indomani della seduta di Consiglio comunale piombinese in cui l’assemblea cittadina «non ha potuto che registrare il permanere della situazione di difficoltà, rappresentata direttamente dall’amministratore delegato di Aferpi Fausto Azzi».
Malgrado le promesse del governo regionale, di esponenti della giunta e della maggioranza della Regione circa una prossima conclusione dell’annosa crisi in cui versa il comparto produttivo dell’acciaio a Piombino, i risultati si fanno desiderare. Anche malgrado il Piano integrato di riconversione e riqualificazione (PRRI) approvato nel 2015 e i Protocolli d’insediamento per le cui manifestazioni d’interesse il bando rimane aperto fino a esaurimento risorse. Ma i risultati, se ci sono, dove sono? Anche perché se Aferpi piange, l’indotto non ride di certo. Per di più, osserva Mugnai insieme al coordinatore provinciale di Forza Italia a Livorno Maristella Bottino, «i lavoratori non metalmeccanici dell’indotto Aferpi hanno pari rischi ma non pari tutele. E invece su questa partita non va lasciato indietro nessuno».
Maristella Bottino e Stefano Mugnai
Del resto, ricorda Mugnai nell’interrogazione, la sofferenza dell’indotto è evidente «ad esempio dal fermo delle attività della centrale Elettra, a suo tempo costruita proprio in funzione della ex Lucchini e oggi priva di prospettive per i 22 lavoratori ivi occupati». Non supposizioni, insomma, ma una dura realtà con cui si misurano le tante famiglie la cui quotidianità dipende dall’acciaio, «primo e principale volano occupazionale per l’intera porzione costiera del sud della provincia di Livorno». Per di più, incalza il capogruppo azzurro, «il comparto siderurgico piombinese, Aferpi e indotto, rappresenterebbe una voce produttiva di spessore per la Toscana». Mugnai ritiene dunque «opportuno che il ruolo di primo piano assunto dalla Regione, nel proprio stesso interesse oltre che nell’interesse dei lavoratori e delle loro famiglie, si traduca in risultati concreti di rilancio dell’intera filiera dell’acciaio piombinese, tutelando tutti gli occupati ed estendendo ove necessario gli strumenti di protezione».
Per questi motivi alla Regione Mugnai domanda di «istituire un tavolo ad hoc per l’indotto entro il quale perseguire un accordo unico su ammortizzatori, formazione e altre forme di tutela che prendano in carico anche questi lavoratori» e di dettagliare in forma scritta «se il PRRI abbia finora dato esiti positivi concreti ed eventualmente quali».

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