«Renzi cercava
il plebiscito? L’ha ottenuto, ma di segno opposto rispetto ai suoi desideri.
Arrivato a Palazzo Chigi senza un voto, ne esce travolto da uno tsunami di
voti. Ora spetta al centrodestra costruire un’alternativa che dia speranza e
prospettiva agli elettori. L’auspicio è che a livello nazionale si persegua il
modello dell’unità del centrodestra che in Toscana, terra di Renzi per
eccellenza, abbiamo coltivato con risultati crescenti dal 2015 in qua»: questo
il commento con cui il coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana
Stefano Mugnai (capogruppo azzurro
in Consiglio regionale) accompagna un risultato del referendum sulla riforma
costituzionale che ha visto la vittoria di larghissima misura del NO, sostenuto
da Forza Italia e dalle altre forze di centrodestra.
E quella di Mugnai sul voto del 4
dicembre è un’analisi di lunga gittata:
Un risultato che viene da lontano
«A mente
fredda, Renzi e l’azione del suo governo sono stati bocciati dagli elettori. Il
suo buon risultato alle europee arrivava ancora sull’onda della speranza –
riflette Mugnai – un po’ come accaduto per il Nobel per la pace a Barak Obama
all’indomani del suo insediamento alla Casa Bianca. Ma quando poi, in occasione
delle amministrative del 2015 e del 2016, gli elettori si sono trovati a
esprimersi sulle cose fatte allora Renzi ne è sempre uscito con le ossa rotte.
Il risultato del referendum confermativo è l’inevitabile epilogo di questa
parabola.
Nel merito: il fastidio del ‘particolare’
«La cosa che
credo abbia più infastidito gli italiani in questa campagna elettorale –
incalza Mugnai – è stata l’evidenza con cui Renzi ha dimostrato che a lui non
stava tanto a cuore riformare la Costituzione in meglio per il bene dei
cittadini, bensì ottenere una legittimazione elettorale mai avuta, anteponendo
così il suo interesse politico personale e particolare rispetto a quello del
Paese. Così, gli italiani gli hanno rifilato una risposta chiara e netta
dicendo NO a una riforma sbagliata e pericolosa, ma anche bocciando l’azione
del governo Renzi».
Nel metodo: dividendo non si governa
«Per
nascondere il pessimo risultato delle ultime amministrative, Renzi tentò di
trasformare il referendum sulla Costituzione in un plebiscito su se stesso: gli
italiani l’hanno preso in parola e si sono espressi di conseguenza. Di certo –
analizza Mugnai – Renzi non passerà alla storia come premier di sintesi: ha
tentato di riformare le regole a colpi di maggioranza anziché mettere tutti
attorno a un tavolo, ha diviso gli italiani nella caccia a un plebiscito che
gli desse forza, ha diviso persino, come segretario del Pd, il partito che lui
stesso sta guidando. Morale: dividendo, non si governa».
In prospettiva: qui Toscana
«Non per dare
al SI’ o al NO a questo referendum uno spessore politico-amministrativo, ma è
un dato che in due dei tre comuni capoluogo di provincia, Carrara e Lucca, dove
si andrà a votare per le amministrative nel 2017 ha prevalso il NO in maniera
piuttosto netta. Dopo i grandi successi del centrodestra alle amministrative
nel 2015 e poi più ancora nel 2016 – afferma Mugnai – ecco che si fanno sempre
più rosee le prospettive per scardinare il sistema di potere della sinistra che
Renzi ha ereditato e implementato da par suo».
In prospettiva: unità per il centrodestra
«Adesso sta al
centrodestra costruire un’alternativa credibile e capace di dare agli elettori
la certezza di un futuro fatto di interessi collettivi delle comunità e non
particolari di chi le amministra, fatto di capacità e progettualità in grado di
rimettere in moto i nostri comuni e i nostri territori in generale. E il nostro
Paese, anche. Il centrodestra deve lavorare all’unità, per l’unità, perché è
necessario che noi diamo speranza al Paese, magari replicando su scala
nazionale ciò che abbiamo fatto in questi mesi in Toscana, un moloch rosso dove
però a partire dal 2015 abbiamo saputo moltiplicare i successi elettorali e
mettere con profitto la nostra capacità al servizio dei cittadini».
«Il mio
ringraziamento va ai miei vice Massimo Mallegni e Jacopo Ferri, a tutti i coordinatori
provinciali e comunali, agli eletti, ai militanti ed agli elettori di Forza
Italia in Toscana. Abbiamo sostenuto una lunga e difficile campagna
referendaria, partita già nel giugno scorso e la cui sintesi abbiamo raccolto
in un volume. Sono
orgoglioso di ognuno di voi, del vostro impegno e della vostra
dedizione. Grazie!»
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