venerdì 22 luglio 2016

Firenze, giravolta Tav; Mugnai e Cellai (FI): «Fallimento storico della classe dirigente Pd priva di idea di città»

Dichiarazione dei capigruppo Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai e in Palazzo Vecchio Jacopo Cellai

Il cantiere Tav in zona Macelli
«La giravolta di ieri sulla realizzazione del nodo fiorentino dell’Alta velocità, con cui per altro la Toscana continua a dividere in due il trasporto ferroviario in Italia, nel mandare a ramengo decenni di lavori e trivellazioni e nel lasciarci il danno di una Firenze bucherellata inutilmente, dimostra il fallimento di almeno un paio di generazioni di classe dirigente di sinistra. Ci sono stati sprechi. Ci sono state inchieste. I cittadini sono stati scossi dalle lavorazioni e hanno respirato polveri come se non ci fosse un domani. E in effetti un domani, per la Tav su cui si è lavorato finora, non c’è per davvero. Il Pd fallisce per arroganza, per l’incapacità di non aver voluto ascoltare le voci critiche che su questa 
vicenda si sono levate anche in tempi non sospetti. Così, come in un gioco dell’oca con troppe caselle “Stai fermo un giro”, adesso si riparte praticamente dal via. E’ proprio il caso di dirlo: sull’asse Firenze-Roma il Pd ha deragliato e di brutto, dimostrando di non possedere una visione complessiva né un progetto per Firenze». 

«Adesso, se si ridiscute il progetto e salta la stazione Foster, l’Alta velocità allora vada in superficie, perché dopo vent’anni di progetti e autorizzazioni non si sa nemmeno più bene lungo quale tragitto dovrà passare il sottoattraversamento e si fa carta straccia del progetto Foster con centinaia di milioni, si parla di 200, già spesi per scavare un maxi buco che adesso si candida a diventare il parco acquatico più grande d’Europa. Ed il percorso della linea 2 della tramvia? Doveva permettere ai viaggiatori di scendere alla stazione Foster per poter andare in centro e all’aeroporto, e adesso invece risulta adesso inutile. A questo punto noi diciamo no alla Foster e no al sottoattraversamento, no al macello dei macelli, come lo definì perfettamente un certo Marco Cellai, anni fa in Consiglio regionale».

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