Il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai
(FI) attacca: «Col penitenziario empolese si perde struttura
d’eccellenza nel recupero»
Il penitenziario di Empoli ha le ore contate |
«Il carcere di
Empoli ha i giorni contati: per sabato, forse, sarà già chiuso, con una
decisione la cui repentinità innanzitutto non si spiega, e poi non rende
giustizia né ai lavoratori che vi operano, che si vedono di punto in bianco
trasferiti nel giro di una manciata di ore, né alle detenute stesse che si
trovano costrette a rinunciare a un percorso di recupero e integrazione che è
tratto distintivo di quella struttura carceraria. Perché tutto questo? E perché
in questo modo?» A porsi la domanda e a dare notizia di quanto sta avvenendo è
Stefano Mugnai, il capogruppo di
Forza Italia in Consiglio regionale che è Vicepresidente della Commissione
sanità, il quale non si capacita: «La Regione Toscana è...
...considerata inadempiente
quanto alla creazione della Rems. Quella di Volterra non ha capacità di
accoglienza sufficiente, e il tentativo di utilizzare la struttura di
Solliccianino per ospitare i detenuti dell’ex Opg in esubero è fallito.
L’ipotesi di creare la Rems nel carcere femminile di Empoli era circolata,
certo, ma nulla lasciava pensare che nel giro di un mese sarebbe stata attuata.
Eppure venerdì scorso il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria ha
emesso la circolare che sanciva il passaggio del carcere al demanio e la
successiva dismissione per istituirvi la Rems».Stefano Mugnai: "Cara Regione, la fretta è cattiva consigliera" |
«Non se ne è
neppure discusso», contesta Mugnai. «No perché a Pescia, ricordo, c’è ad
esempio una struttura nata come carcere nel 1986, quella di Veneri – prosegue –
e mai utilizzata: non si poteva impiegare quella, anziché smantellare una
realtà efficace nel recupero come quella del carcere di Empoli per farvi la
Rems? E perché in questa maniera repentina, poi?»
Secondo
Mugnai, questa è una di quelle volte in cui la fretta di mettersi in regola si
rivelerà, per la Regione, cattiva consigliera: «Si va a incidere sulla qualità
del percorso detentivo delle carcerate – osserva – ma non può passare
sottogamba il fatto che si vanno a gettare da un giorno all’altro
nell’incertezza sul loro futuro due medici, due infermieri di una cooperativa e
46 famiglie degli operatori di polizia penitenziaria. Sono tutti lavoratori che
verranno ridestinati, dopo essersi costruiti una vita lì ad Empoli. In più si
perde una struttura, quella del penitenziario empolese, ristrutturata nel 2010
e adeguata anche per l’accoglimento di detenute transessuali, caratteristica
non comune nel panorama carcerario regionale e del centro Italia. Vogliamo
sapere perché questa scelta, perché ora, perché così».
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