«Il
lavoro svolto sul Monte dei Paschi di Siena dalla commissione d’inchiesta è
importante, ma ancor più importante è che oggi il Pd riconosca pienamente che
la smania praticata sin qui di voler controllare ogni snodo della vita dei
cittadini, vantandosene anche in maniera un po’ tronfia, è all’origine di ciò
che sta succedendo a Siena, al Monte dei Paschi, e delle contraddizioni con cui
il vostro partito prima o poi si troverà a fare i conti». Chiude così il suo
intervento, con un pronostico che definisce «facile», il Capogruppo di Forza
Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai
che in aula ha preso parte al dibattito sulle relazioni conclusive della
Commissione regionale d’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena.
Riconosciuta
la maggior lucidità di oggi nel Pd, Mugnai ha chiesto un ulteriore passo
avanti: «La vicenda Mps – ha affermato – racconta di un partito che vuole farsi
Stato, divenendo un Grande-Fratello-Partito che tutto vuol controllare e che
vuol essere in ogni snodo della vita quotidiana dei cittadini. E’
l’atteggiamento che del resto ha distinto il Pd, in ogni accezione semantica
assunta nella storia, in tutta l’attività di governo dei territori a livello
locale, regionale, nazionale. E’ un fatto culturale, prima ancora che
operativo».
«Io
ora mi rendo conto che i cittadini rimangono attoniti dinanzi al fatto che non
ci siano colpevoli. Purtroppo la vicenda non è chiusa. E io trovo
raccapricciante l’atteggiamento che l’attuale presidente del consiglio ha
adottato in merito a questa vicenda: non è pensabile che uno che abbia minimo
interesse per la cosa pubblica, oltre che per la propria carriera politica,
arrivi a posticipare una serie di scelte su una banca strategica come Mps
rispetto alla scadenza referendaria del 4 dicembre. Fare le Cassandre –
aggiunte Mugnai – è antipatico ma in certi casi è facile: le settimane che il
governo sta perdendo si sconteranno. E siccome il buongiorno si vede dal
mattino ho l’impressione che a scontarle non saranno i responsabili, ma i
cittadini e i lavoratori».
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