mercoledì 14 settembre 2016

Elezioni Viareggio, Mugnai (FI) a Rossi sull’intervento regionale «Imbarazzante confusione tra partito e istituzione. Così si viola l’abc delle regole democratiche»

Il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai in aula


Le elezioni a Viareggio sono state annullate. Adesso si attende
il parere del Consiglio di Stato
«Imbarazzante rispetto ai fondamentali della democrazia»: queste le parole con cui poco fa in aula di Consiglio regionale il Capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai ha apostrofato il comportamento di Enrico Rossi che ha trascinato la Regione come istituzione nella controversia sulle elezioni al Comune di Viareggio prendendo posizione a livello di azione giuridica.
«Rossi – afferma Mugnai – è libero di avere la sua opinione in merito a tutta questa vicenda, che è già imbarazzante di per sé. Come Presidente della Regione, però...
...è il rappresentante di una istituzione che riguarda tutta la comunità e che, proprio per questo, non può impegnarsi nella difesa di un sindaco rispetto alla cui elezione c’è un giudizio».
«E se il Consiglio di stato ora confermasse che quelle elezioni sono da rifare?», si domanda Mugnai nel suo intervento. «E’ mai possibile – prosegue – lasciar passare il concetto che la Regione Toscana si schiera dalla parte di chi governa in conseguenza a dei brogli elettorali? E’ intollerabile! E’ intollerabile perché è la Regione, e la Regione è di tutti».

«Io capisco – provoca il capogruppo azzurro – lo stato confusionale in cui versa il Pd in Toscana ora che le cose non vanno più bene come un tempo, ma non è che sulla scorta di questo stato di cose si possa mettere in discussione l’abc della democrazia facendo, e non è certo la prima volta, confusione tra l’interesse di partito e il dovere istituzionale. Questa vicenda spiega meglio di tante parole quale sia l’approccio alle regole della vita democratica di una parte di questa sinistra di governo, dunque grazie presidente per questo plastico esempio e solidarietà umana per i colleghi del Pd costretti all’imbarazzo di doverlo sostenere per lealtà di partito».

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