venerdì 1 luglio 2016

Livorno meta di turismo abitativo abusivo; Mugnai (FI) alla Regione: «Nogarin allarga le braccia, ma la Toscana che fa? La politica del ‘lasciar fare’ ci ha resi l’Eldorado dell’illegalità»

Il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai interroga: «Quali soluzioni per contrastare il disagio abitativo a Livorno e in Toscana?»

Uno stabile occupato
Livorno meta di turismo. Evviva? No, se si tratta di turismo dell’occupazione abusiva di case e stabili interi. Ed è proprio ciò che pare accada, secondo un fenomeno davanti al quale il sindaco pentastellato della città costiera Filippo Nogarin afferma «di non poter risolvere i problemi della emergenza abitativa della Toscana». Da questa dichiarazione di sostanziale impotenza prende oggi le mosse l’interrogazione alla giunta regionale depositata dal Capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai (anche coordinatore regionale degli azzurri) che parte dal caso Livorno per estendere il ragionamento a tutta la Toscana, i cui immobili rischiano di essere ‘predati’ da abusivi in arrivo da tutta Italia: «Nogarin allarga le braccia, ma la Regione che fa? La sinistra, con le sue politiche del ‘lasciar correre’, ha reso la Toscana l’Eldorado dell’illegalità. Ma le norme sul disagio abitativo esistono...

...con tanto di organismi come le commissioni territoriali, e vanno fatte rispettare».

E proprio a Livorno, dove la situazione si fa incandescente, il sindaco a quanto pare quello strumento non l’ha attivato: «A Livorno – scrive Mugnai nel suo atto – il problema delle occupazioni abusive è grave. La Commissione Disagio Abitativo del Comune ad oggi non risulta essere stata convocata. In base alle dichiarazioni rilasciate dal sindaco, sarebbero cittadini anche non livornesi ad occupare strutture ed immobili. Ciò metterebbe il sindaco in condizione di non sapere chi risiede nella città da lui amministrata. Lo scorso 14 giugno nel palazzo comunale hanno fatto irruzione alcune famiglie senza casa che vivono in alloggi occupati (palazzina di Via Firenze e alla ex Circoscrizione 1 in via delle Sorgenti) per protestare per la mancanza di luce e acqua. Ad oggi, gli immobili occupati a Livorno sarebbero i seguenti: due ex sedi di circoscrizioni (la uno e la tre), la torre della Cigna, la ex direzione Asl di Monterotondo, l'ex palazzo dell'Enel sugli scali d'Azeglio, la stazioncina di via Firenze, l'ex distretto sanitario di via Ernesto Rossi, l'ex deposito ATL (Azienda Trasporti)». In tutto ciò, osserva Mugnai, «l’amministrazione comunale sembra più preoccupata per incarichi e nomine nelle partecipate che per il disagio abitativo».

Eppure, nella relazione 2016 sul disagio abitativo in Toscana appena recepita dal Consiglio regionale, Livorno si attesta al secondo posto (dopo Pisa) per l’incremento di sfratti per morosità (+42,4%). E quindi che si fa? E’ quello che Mugnai domanda alla Regione. Quattro i quesiti in cui si articola l’interrogazione: «Quali soluzioni per contrastare il disagio abitativo a Livorno?», domanda il capogruppo azzurro. E ancora: «A quanto ammonta il fondo regionale per la prevenzione degli sfratti per il 2016 e 2017 e qual è la ripartizione per realtà territoriali?» «Quali commissioni territoriali per il contrasto del disagio abitativo si sono riunite, e quante volte, in questi primi sei mesi del 2016? Quali soluzioni hanno proposto?» Infine: «Quando sarà effettuata la conferenza annuale sul disagio abitativo in Toscana?» La risposta dovrà arrivare in forma scritta.

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